#43

 

L’EREDITÀ DI HULK

 

PARTE SECONDA

 

CALIFORNIA DREAMING[1]

 

Di Carlo Monni

(con il contributo di idee, concetti e personaggi di Mickey e Fabio Volino)

 

 

1.

 

 

            La situazione? Decisamente seria: approfittando della temporanea assenza dei Vendicatori Ovest, tre arrabbiate versioni femminili di Hulk si sono messe a devastare Los Angeles. Per fermarle sono intervenute contemporaneamente una squadra speciale dello S.H.I.E.L.D. guidata da Clay Quartermain ed una analoga del F.B.S.A. al comando di Victoria Hand, finora, però, non hanno ottenuto grandi risultati.

            Solo pochi minuti fa[2] la gigantessa verde chiamata Gamma-Burn ha lanciato un’auto contro i suoi avversari travolgendo l’Agente Speciale del F.B.S.A. Sandra Verdugo poi, attratta dai deboli lamenti che vengono da sotto la vettura, l’ha sollevata e spinta da parte.

            Anche senza essere medici, è ovvio per chiunque la osservi che a Sandra Verdugo rimane poco da vivere. Le fratture e le emorragie interne ed esterne non le lasciano scampo, eppure questa donna riesce a trovare la forza sufficiente per afferrare il polso destro di Gamma-Burn ed ancor più sorprendentemente l’amazzone verde grida.

            Sotto gli occhi esterrefatti dei presenti, Gamma-Burn comincia a rimpicciolire ed a cambiare colore mentre, contemporaneamente, le ferite di Sandra Verdugo guariscono sempre più rapidamente. Alla fine, al posto di Gamma-Burn c’è la normalissima Ethel Gaxton in ginocchio mentre Sandra Verdugo, in piedi con gli abiti a brandelli, torreggia su di lei. Un attimo e la giovane agente latina sferra alla sua avversaria un calcio seguito da una ginocchiata al mento che la stende definitivamente.

            Victoria Hand la guarda a. bocca aperta.

-Mi ammirerà le tette un’altra volta.- le dice Sandra in tono irridente -Ora pensiamo a sistemare le altre.-

            Afferra uno dei fucili speciali in dotazione alla sua squadra e si lancia in avanti. Victoria la imita.

 

             Clay Quartermain non può non chiedersi cosa lo porti a ficcarsi invariabilmente in guai come quello in cui si trova adesso. D’altra parte, se avesse voluto una vita tranquilla, sarebbe rimasto alla fattoria con suo fratello.

            Questi pensieri gli attraversano la mente rapidamente mentre evita un pezzo di manto stradale scagliato con forza da Adrenazon, una donna potenziata da una combinazione di raggi gamma e adrenalina usata per curarla da un danno alla spina dorsale con effetti collaterali tutto sommato prevedibili.[3] C’è il piccolo problema che Adrenazon dovrebbe essere morta ma non è certo la prima a tornare da una morte apparente, Nick Fury è diventato un esperto in questo.

            Clay inquadra l’amazzone furiosa nel suo mirino e spara. Una scarica di energia colpisce in pieno la donna che ricade indietro mentre dalle sue labbra esce un grido che poco ha di umano.

            Passa qualche istante, poi Adrenazon si rialza e spicca un balzo verso Clay. L’agente dello S.H.I.E.L.D. scatta di lato evitando di essere schiacciato, mentre la sua avversaria piomba al suolo creando una nuova buca nel terreno.

Un pezzo di asfalto lo colpisce di striscio e Clay annaspa mentre il fucile gli sfugge di mano e sente Adrenazon farsi più vicina.

All’improvviso c’è il rumore di una nuova scarica ed una voce di donna dice:

-Muoviti, Clay. Vuoi restare a farti ridurre in polpette?-

            Isabelle Hartley, comandante in seconda della squadra guidata da Clay, può essere brusca ma sa il fatto suo. Mentre Clay si rialza continua a sparare.

-Queste tizie sono veramente toste.- continua -Ma almeno sono rimaste solo in due.-

            C’è una sorta di sfarfallio nell’aria e d’improvviso si materializzano quattro massicce figure.

-Stavi dicendo?- replica Clay.

 

            In un rifugio segreto un uomo dalla pelle verde e la testa decisamente grossa e sproporzionata, le labbra ornate da corti baffetti, osserva quel che sta accadendo a Los Angeles grazie ad un collegamento satellitare.

            Accanto a lui sta in piedi una donna alta due metri anche lei dalla pelle verde e con un fisico muscoloso ma tonico, inguainato in una tuta aderente nera sbracciata e sgambata che gli si rivolge dicendo:

-Se con questo disastro intendevi far intervenire Hulk, direi che per ora Bruce ti ha deluso, Sam.-

            Sam Sterns, meglio noto come il Capo, sorride e poi replica:

-Non è solo per quello, mia cara Betty, e comunque sto per calare il mio jolly.-

            Il Capo preme un pulsante su una consolle davanti a lui ed un attimo dopo Betty Ross capisce cosa intendeva.

 

 

2.

 

 

            Nel suo ufficio al Pentagono il generale in congedo Thaddeus E, “Thunderbolt” Ross, attualmente consulente per la sicurezza dalle minacce superumane del Dipartimento della Difesa, guarda una foto sulla sua scrivania e medita sui suoi fallimenti come padre. Il suo sguardo si sposta allo schermo del computer dove campeggia in primo piano un’immagine molto simile a quella della foto eppure al tempo stesso molto diversa, non foss’altro perché la donna sullo schermo ha forme più giunoniche e muscolose e soprattutto la pelle color verde smeraldo. Sua figlia Betty lo evita deliberatamente, è chiaro, e forse lui se lo merita.

-Mi dispiace, Betty.- mormora.

-Ha detto qualcosa, Generale?-

            A parlare è stata una ragazza che indossa l’uniforme dell’Esercito corredata da diverse mostrine e che siede ad una scrivania contrapposta alla sua.

-Nulla di importante, Tenente Benedict.- le risponde.

            Annie Benedict accenna un sorriso e Ross si sofferma a guardarla. Dimostra a malapena 25 anni, ha capelli color rame, occhi nocciola, ed è decisamente attraente. Non il tipo di pensiero su cui indugiare, pensa Ross, lei ha meno della metà dei suoi anni ed è più giovane di sua figlia, forse.

            L’anziano ex militare chiude il file che stava consultando e ne apre un altro, poi dice:

-Stavo pensando a Reginald Fortean. Per come lo conosco, non ha preso bene il fatto che la sua unità sia stata esonerata dalla caccia all’Hulk Rosso. È una testa calda e tende a farsi trascinare dalle sue ossessioni personali.-

-Mi ricorda qualcuno.- replica Annie con un sorriso.

-Lei è troppo impertinente, Tenente. Fossi ancora in servizio l’avrei messa in punizione.-

-Per fortuna non è più in servizio allora.-

-Umpf… in ogni caso, spero che il suo superiore, il Generale Fredricks, lo tenga a freno.-

-Il Generale Fortean non è più nell’unità del Generale Fredricks. È stato trasferito ad un altro incarico. L’ho appena letto sul suo file.-

-Sul serio? E dove l’hanno assegnato?-

-Non lo dice. Questo è insolito.-

-Incarico segreto? Questo mi preoccupa ancora di più.-

 

            Il Brigadiere Generale Reginald Fortean segue l’attraente donna bionda in tailleur bianco lungo un corridoio dalle pareti azzurrine e decisamente spoglie.

-Dove siamo esattamente?- chiede l’ufficiale.

-Un’installazione dismessa della DARPA,[4] perfetta per i nostri scopi.- risponde la donna.

-Che non ho ben capito quali siano e soprattutto per chi lavori lei.-

            La donna sorride e replica:

-Diciamo che faccio parte di una branca segreta della Sicurezza Nazionale che si occupa di risolvere in maniera permanente i problemi causati dai superumani più pericolosi che le altre agenzie non sanno o non vogliono risolvere.-

-Lei lavora per Gyrich.- afferma Fortean.

            Al nome di Henry Peter Gyrich, Consigliere del Presidente degli Stati Uniti per gli Affari Superumani, la donna si limita a fare un altro sorriso ammiccante, poi dice:

-Mi segua, la prego.-

            Entrano in un salone dove li aspetta una giovane donna dai capelli rossi e gli occhiali che indossa un camice da laboratorio.

-Siete arrivati finalmente!- esclama poi squadra Fortean ed aggiunge -E così questo è il soggetto. Sembra capace ma lo sarà davvero alla prova dei fatti?-

-Generale Fortean, questa donna dai modi ruvidi e l’accento di Londra è la Dottoressa Evelyn Necker, ingegnere ed esperta di robotica.-

-Robotica? Avete in mente di usare un robot contro l’Hulk Rosso? Ci hanno provato più volte con Banner ma non ha mai funzionato.- afferma Fortean.

-Non stiamo parlando di un comune robot ma di una perfetta fusione di uomo e macchina.- replica, piccata, la Dottoressa Necker.

-Mi dica, Generale…- interviene la donna bionda -… ha mai sentito parlare dell’armatura Redentore?-

 

            Teletrasporto, pensa Clay Quartermain, devono aver usato un dispositivo di teletrasporto. Non che la cosa gli serva a granché in questo momento mentre intorno a lui ed al resto della sua squadra si materializzano cinque figure poco rassicuranti. Tre uomini e due donne la cui pelle è di varie sfumature di verde e grigio, altre creature gamma indubbiamente.

-Direi che siamo finiti in un bel guaio.- commenta Isabelle Hartley -Questi chi diavolo sono?-

            Uno dei cinque nuovi arrivati, una donna dalla pelle color verde oliva a scaglie e gli occhi gialli apparentemente senza pupille, colpisce il terreno con un pugno sbilanciandoli e facendoli cadere. Isabelle Hartley perde la sua arma e si allunga per raccoglierla, ma una mano robusta l’afferra per il collo.

-Ma che bella pecorella smarrita che abbiamo qua!- esclama una versione coi baffi di Hulk quando era grigio, tozzo ma sempre molto forte.

            Isabelle si sente mancare il fiato quando, improvvisamente una figura femminile piomba addosso all’energumeno e lo fa cadere facendogli anche perdere la presa su Isabelle.

La ragazza dai capelli neri rotola lontano estraendo due pistole e sparando a raffica. L’unico risultato che ottiene è che i suoi avversari si mettono a ridere mentre si avvicinano a lei.

L’Agente dello S.H.I.E.L.D. Melody Manelli vede la morte avvicinarsi quando improvvisamente qualcuno piomba dall’alto e la terra trema.

 

 

3.

 

 

            La ragazza dalla pelle verde e i capelli rossi guarda lo schermo e medita. Los Angeles non è lontana e potrebbe raggiungerla abbastanza facilmente in tempo per partecipare alla battaglia.

-Fossi in te, non lo farei; Lyra.-

            La ragazza di nome Lyra si volta di scatto per trovarsi di fronte un uomo alto e muscoloso dai lunghi capelli verdi.

-Adesso leggi nel pensiero, Samson?- ribatte

            Len Samson abbozza un sorriso e replica:

-Non occorre essere un telepate per capire cosa passa per la testa di un‘adolescente in certe circostanze. Ti ripeto che non è una buona idea impicciarsi in questa faccenda. Il Generale Ross ti ha tolto dalle calcagna i militari[5] ma quelli del F.B.S.A. possono essere dei mastini ancora peggiori.-

-A proposito di F.B.S.A., quella là non è quell’agente amica tua?-

            Lyra indica sullo schermo una giovane donna dai vestiti stracciati che si appoggia alla carcassa di un’auto.

-Sandra.- mormora Doc Samson serrando poi le labbra.

            Un altro sguardo allo schermo, un attimo di indecisione, poi Samson dice:

-Nell’hangar c’è una navicella che ci porterà a Los Angeles in pochi minuti, sbrighiamoci.-

            Lyra sorride divertita.

 

            Los Angeles è abituata ai terremoti e pochi dei suoi abitanti si scomporrebbero per una scossetta di così lieve entità se a provocarla non fosse stato l’atterraggio dell’Incredibile Hulk.

-Finalmente!- esclama l’uomo grigio coi baffi.

-Mi stavate aspettando? Non ditemi che avete fatto tutto questo casino solo per farmi venire qui.- dice il Gigante di Giada con un sorriso maligno sul viso -Bastava una telefonata al mio ufficio.-

            Un gigante calvo e grigio gli sferra un pugno. Banner barcolla ma resiste.

-Niente male amico.- commenta - Ma dovrai fare di meglio.-

-Tutti addosso a lui!- incita quello coi baffi.

            Senza esitare gli avversari si precipitano addosso a Hulk sommergendolo e riempiendolo di pugni. Per qualche istante sembrano avere la meglio, poi Hulk emette un grido selvaggio e se li scrolla di dosso scagliandoli lontano.

-C’è qualcun altro che vuol farsi sotto?- urla.

-Io.-

            A parlare è stato un ragazzino dalla pelle color smeraldo e la fronte esageratamente grossa.

-E tu chi saresti?- esclama Banner -Non dirmi che sei il figlio del Capo, ti prego.-

-Sono quello che ti metterà in ginocchio.- replica il giovane con voce tranquilla.

            I suoi occhi brillano, la sua fronte comincia a pulsare e Hulk grida.

 

            In un luogo segreto una donna alta due metri dalla pelle verde smeraldo, lunghi capelli che le ricadono sulle spalle osserva la scena su uno schermo panoramico.

Senza distogliere gli occhi dallo schermo si rivolge ad un uomo dalla pelle verde e la testa sproporzionata rispetto al resto del corpo e gli dice:

-Per favore Sam, dimmi che quello non è davvero tuo figlio.-

Samuel Sterns, meglio conosciuto come il Capo, sorride e replica:

-Prodigio è un ragazzo dai molti talenti, quasi tutti dovuti ad un’infusione del mio DNA, quindi è un po’ come se lo fosse, non ti pare, mia cara Betty? Devo dire che, proprio come un padre, mi sento orgoglioso di come sta trattando tuo marito… o preferisci che dica ex marito?-

            Betty Ross non risponde.

 

            A bordo di un jet senza contrassegni una donna bionda che indossa un tailleur bianco con gonna appena sopra il ginocchio siede su una comoda poltroncina e fissa il display di uno Starkphone su cui campeggia il volto di un uomo dai capelli rossi tagliati a spazzola e gli occhi coperti da occhiali scuri.

-Tutto è andato come previsto, Henry.- dice la donna -Fortean ha accettato.-

<<I miei complimenti. Non ero sicuro che lo avrebbe fatto:>> replica Henry Peter Gyrich,

-Io, invece, ne sono sempre stata certa. So giudicare le persone. Ho inquadrato bene Fortean e capito come far leva su di lui. Tu sai che quando voglio so essere molto persuasiva.-

<<È una delle doti per cui ti ho voluto nel mio team, Karla.>>

            Karla Sofen sorride compiaciuta.

 

 

4.

 

 

            L’impossibile accade: Hulk si piega sulle ginocchia davanti al ragazzino che il Capo ha chiamato Prodigio.

-Il potere della mente trionfa sulla forza bruta!- proclama il ragazzo in questione con evidente soddisfazione.

            Un secondo dopo qualcosa di pesante lo colpisce alla testa sbattendolo a terra.

-Meno chiacchiere e più azione.- dice una donna alta dalla pelle rossa che indossa un’armatura leggera ed un mantello azzurro.

Dalla testa altrimenti calva scende un’unica lunga treccia nera. In mano ha uno spadone che ha usato per la colpire Prodigio di piatto.

Al suo fianco ci sono altri due guerrieri dalla pelle rossa come la sua, un maschio calvo ed una donna attraente dai capelli neri entrambi armati di spada, affiancati da un uomo massiccio e calvo dalla pelle grigia come la pietra ed una donna con la pelle dello stesso colore che impugnano ciascuno una lunga lancia istoriata. Accanto a loro una specie di insetto umanoide, un uomo che sembra fatto di pietra arancione ed un essere che sembra uscito da un incubo di H.R. Giger.[6]

-I Fratelli di Guerra!- esclama Victoria Hand appena arrivata sulla scena assieme a Sandra Verdugo.

-E chi diavolo sono?- chiede Isabelle Hartley mentre aiuta Melody Manelli a rialzarsi.

-Possiamo chiamarli la Guardia Pretoriana di Hulk.- spiega Clay Quartermain -Alieni di un pianeta lontano messisi al servizio di Thanos finché i Vendicatori non li convinsero ad arrendersi.[7] Ultimamente sono passati dalla parte di Banner.-

-E pensare che avevamo offerto loro di lavorare per noi del F.B.S.A. ma ci hanno mollato.- interviene Victoria puntando la sua pistola verso gli alieni in questione.

-Ho la sensazione che la tua arma non sia molto efficace contro di loro, tesoro.- commenta Isabelle.

-Non ho chiesto il tuo parere, tesoro.- ribatte Victoria con voce dura.

            Spara un paio di scariche ai piedi del gruppetto senza colpirli.

-Questo era solo un avvertimento.- afferma -In nome del Governo degli Stati Uniti vi ordino di arrendervi immediatamente.-

            Una lancia appuntita si abbatte sul suo polso disarmandola.

-Non riconosciamo altra autorità che quella del nostro signore Hulk.- proclama la Guerriera Ombra di nome Caiera -Chiunque gli si opponga affronterà la nostra collera e questo vale anche per te, donna.-

            Decisamente i guai sono aumentati, pensa Clay Quartermain.

 

            La Dottoressa Kate Waynesboro entra nel settore laboratori della ex Base Gamma e, chino su un microscopio, ci trova un altro scienziato già al lavoro.

-A cosa sta lavorando, Dottor Drenkov?- gli chiede.

            L’uomo ha un lieve sussulto. Alza gli occhi verso l’attraente donna dai capelli neri ed il camice bianco e con un sorriso che vorrebbe essere cordiale replica:

-Ah, è lei, Dottoressa Waynesboro? Stavo controllando i risultati degli ultimi test sul nuovo farmaco.-

-Lei è un fisico, Drenkov, non un chimico. La sua specialità sono i raggi gamma e non li vedo molto attinenti alla farmacologia.-

-Lei non si fida di me, non è vero, Dottoressa?-

-E la cosa la sorprende? Quando era una spia russa ha tentato di uccidere Bruce e sabotare il suo lavoro ed il risultato è stata la nascita di Hulk.[8] Ha idea di quante vite siano state rovinate o distrutte a causa delle sue azioni di allora? E le importa?-

-Più di quanto lei creda, Dottoressa. È per questo che sono qui. Il nostro comune amico Banner mi ha offerto un’opportunità di fare ammenda per i miei errori passati e non intendo deluderlo.-

            Lo sguardo negli occhi di Katherine Waynesboro fa capire chiaramente a Igor Drenkov che lei non gli crede.

 

            Hulk si guarda intorno mentre si rimette in sesto dopo l’attacco psichico di Prodigio. Anche con il ragazzino e Gamma-Burn fuori combattimento, restano sei nemici potenziati dai raggi gamma da fronteggiare. Il vecchio Hulk senza cervello si sarebbe semplicemente buttato nella mischia senza esitare colpendo tutto ciò che si muove ma lui è diverso adesso.

Valuta la situazione e sceglie il suo avversario.

-Ehi tu!- chiama rivolto a quello grigio coi baffi -Sei tu il capo di questa banda, giusto?-

-Ci hai azzeccato, bestione.- replica l’altro con voce calma e risoluta.

-Indossi pantaloni mimetici delle Forze Armate americane. Voi militari la smetterete mai di darmi rogne?-

-Solo quando sarai morto e lo resterai, bastardo assassino!-

            Con agilità insospettabile per uno con la sua mole il grigio salta e piomba addosso a Hulk sferrandogli un doppio calcio che lo sbilancia e lo fa cadere.

-Sarò lieto di essere io quello che ti sistemerà una volta per tutte.- dice.

            Il suo pugno cala ma è bloccato dalla mano del gigante verde.

 

 

5.

 

 

            Oltre i confini dell’immaginazione, più lontano di quanto si possa pensare ma al tempo stesso più vicino del proverbiale battito di ciglia, c’è un luogo cupo chiamato Hel, il regno dei morti della mitologia nordica. Per innumerevoli millenni questo posto è stato governato dalla dea della morte Hela, figlia di Loki, e della gigantessa Angerboda, sorella di Fenris, Jormungard, Sleipnir ed altri ancora, nipote adottiva di Odino, ma di recente è stata detronizzata da una sua creazione che ha assunto il nome di Helasdóttir, Figlia di Hela. Adesso Hela vaga in esilio meditando vendetta,[9] mentre sua “figlia” regna incontrastata sulle terre dei morti.

            Oggi una figura ammantata ha superato senza problemi Garm, il cane da guardia di Hel e si dirige verso la sala del trono occupata da una deforme creatura nera come le ombre.

-Chi osa entrare non invitato nel reame dei morti?- chiede l’essere di tenebra.

Per tutta risposta il visitatore scosta il mantello dal volto.

-Ah, “nonno”, a che debbo la tua visita?-

-Non essere impertinente, ragazza.- ribatte Loki, dio dell’Inganno, figlio adottivo di Odino -Sono venuto ad avvertirti: Hela sta arrivando per riprendersi il suo regno e non sperare in alcuna pietà materna da parte sua.-

            Helasdóttir si alza dal trono e la sua forma muta in quella di una donna alta che indossa una versione molto succinta del costume di Hela e del suo elmo.

-Che venga, io la sconfiggerò.- proclama. -Hela è sola ormai. Non ha più potere sui morti, Odino non muoverà un dito per aiutarla e così nessun altro in tutti i Nove Mondi.-

-Ne sei davvero sicura?- replica Loki sorridendo -Forse coloro che bramano la fine di un esilio durato millenni potrebbero mettersi al suo servizio.-

            Per la prima volta sul volto di Helasdóttir si dipinge preoccupazione e forse anche la paura.

-Non intenderai…?-

-Attenta!- la avverte Loki -La leggenda dice che basta dire il loro nome per evocarle.-

-Mia madre… Hela… non oserà.-

-E chi può dire cosa è disposta ad osare una dea furiosa? Io non avrei limiti, e lei è pur sempre mia figlia.-

            Helasdóttir non replica e si chiude in un cupo silenzio.

 

            La Dottoressa Angela Lipscombe percorre il corridoio che porta al suo alloggio nella sede segreta del Pantheon. Quando ha assunto l’incarico di aiutare Jim Wilson ad accettare la sua condizione di Hulk Rosso sapeva bene di affrontare una sfida molto difficile, ma non immaginava quanto.

            Sente di essere molto vicina alla riuscita ma anche di camminare su un terreno molto sdrucciolevole: un minimo errore e ci sarebbe una regressione che costringerebbe lei e Len Samson a ricominciare tutto da capo. Ma dov’è finito Len, a proposito?

            Angela passa davanti all’alloggio di Jim Wilson e si sofferma davanti alla porta. Non ha sentito un rumore? Forse Jim è irrequieto. E se questo scatenasse la sua trasformazione? Forse dovrebbe parlargli.

            Improvvisamente la porta viene scardinata e nel vano appare la massiccia ed inquietante figura dell’Hulk Rosso.

            Angela rimane impietrita mentre lui avanza verso di lei dicendo:

-Donna, Hulk Rosso ti vuole.-

            Angela Lipscombe grida mentre lui l’afferra.

 

            Hulk respinge con forza il pugno che il grigio stava per sferrargli e comincia a rialzarsi.

-Credevi davvero di potermi sconfiggermi così facilmente?- chiede al suo nemico -Io sono Hulk e se non te l’hanno detto, Hulk è il più forte che c’è.-

-Non importa quanto sei forte.- replica l’altro -Se esiste una giustizia, io ti abbatterò.-

-Questa per te è una questione personale, non è vero? Ma perché?-

-Guardami bene: non noti nulla di familiare in me?-

Banner lo fissa attentamente ed un’espressione di stupore gli si dipinge in volto mentre un nome gli sfugge dalle labbra:

-Talbot?-

 

 

CONTINUA

 

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Che dire? Le ultime scene vi hanno confuso le idee? Avrete tutte le risposte con un po’ di pazienza ma intanto, via con le note:

1)     I cinque personaggi gamma potenziati introdotti in questa storia sono ispirati da personaggi apparsi nelle miniserie Planet Hulk: Gamma Corps e Gamma Corps Black. Li conosceremo nel dettaglio nel prossimo episodio.

2)     A chi alludeva Loki? Quali misteriosi esseri possono spaventare una come Helasdóttir? Lo saprete presto, prometto.

Nel prossimo episodio: la risoluzione della nostra piccola saga losangelina, Hulk Rosso, She-Hulk Rossa ed altro ancora.

Vi aspetto.

 

 

Carlo



[1] Chiedo perdono ai Mamas and Papas. -_^

[2] Ovvero nell’ultimo episodio,

[3]È accaduto su Marvel Comics Presents #123/126 inediti in Italia.

[4] Defense Advanced Research Projects Agency, ovvero: agenzia per i progetti di ricerca avanzata di difesa, agenzia del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti incaricata dello sviluppo di nuove tecnologie per uso militare.

[5] Due episodi fa.

[6] Celebre creatore dei mostri di Alien e dei suoi seguiti.

[7] Come visto su Vendicatori #100.

[8] Nel leggendario Hulk Vol 1°#1 (prima edizione italiana Uomo Ragno, Corno, #55/56).

[9] Lo abbiamo visto di recente su The Others Annual #1